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95 miliardi, 260 milioni al giorno e 3.012 euro al secondo. I numeri del settore in Italia

February 17, 2017 by Redazione Leave a Comment

Nel 2016 il giro d’affari del gioco d’azzardo è cresciuto del 7%. I Videopoker e i casinò online hanno trascinato il settore quanto a numero di giocate e soldi spesi.

Nel 2016 il settore ha toccato la cifra di 95 miliardi, era di 88 nel 2015, quindi il 7% in più. Il 54,4 per cento degli italiani, quasi 30 milioni, gioca almeno una volta ogni anno; il calcolo, considerando solo la popolazione adulta, sfiora il 70%. Tra questi un milione alimenta la schiera dei giocatori patologici. Due milioni e mezzo di giocatori che, pur non rientrando nell’elenco dei compulsivi, investono cifre consistenti di denaro nella speranza di fare breccia nel cuore della dea bendata.

Il comparto è in continua crescita trainato dalle slot machine e dalle videolottery di nuova generazione, anche se l’incremento è modesto e il maggior gettito per lo Stato è stato determinato solo dall’aumento delle imposte. Tuttavia, crescono a ritmo sostenuto, secondo Agipro, tutti i giochi di scommesse e quelli online. Torna in voga anche il SuperEnalotto, che registra un +52% rispetto al 2015. Poker e casinò online un +20% rispetto all’anno precedente.

“Nemmeno il Pil della Cina cresce così. Il 7 per cento in un anno è un incremento record e la cifra di 95 miliardi rappresenta il 4,4 del nostro prodotto interno lordo, più di quanto lo Stato investa sull’istruzione (poco più del 4%) e poco meno di quanto gli italiani, tutti, spendono per mangiare”, ha dichiarato il cardinale Angelo Bagnasco scagliandosi contro il gioco d’azzardo “legale” definendolo, come “una nuova droga che lo Stato non solo non contiene, ma favorisce e ci lucra”.

95 miliardi significa 260 milioni al giorno e 3.012 euro al secondo, 1583 euro a testa per ogni italiano. La metà di questi soldi finiscono nelle 414mila slot machine, una ogni 143 abitanti, disseminate su tutto il territorio nazionale. (In tutti gli Stati Uniti ve ne sono circa 800mila).

Alle parole di Bagnasco, fa eco la voce del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, il quale, in questi giorni, attraverso il suo profilo facebook, ha puntato il dito contro la diffusione del gioco in Italia e gli scarsi investimenti per la ricerca scientifica.

“L’Italia: un paese a bassa crescita con pochi ricercatori, tanti disoccupati e molti giocatori d’azzardo. Cresce solo dello 0,9 percento, meno del resto dell’Europa. Investe in ricerca solo l’1,3%, meno della media dell’Europa (2,3%). Tra i due dati esiste una correlazione evidente. Ne vogliamo parlare?”. E aggiunge: “Renzi ha detto che i bonus sono costati ‘solo’ un miliardo. Propongo che si tolgano i bonus e si mettano quelle risorse in ricerca. Ci permetterebbero di recuperare i 10mila posti di ricercatore e il miliardo di finanziamenti che la ricerca ha perso dal 2008. Pare inoltre che se la Germania spende 300 in ricerca noi spendiamo solo 100, mentre questo rapporto si inverte per il gioco d’azzardo“.

Nel rapporto annuale dell’OCSE sullo stato dell’istruzione a livello mondiale: “Education at a Glance/Régards sur l’éducation 2016“, si legge che “la spesa per l’istruzione è diminuita significativamente dal 2008 al 2014, sull’onda della crisi economica degli ultimi anni. Nel 2013 la spesa totale (pubblica e privata) per l’istruzione è stata tra le più basse degli Stati presi in esame, ossia pari al 4% del PIL rispetto a una media OCSE del 5,2%. Ed è stata particolarmente bassa per il settore dell’istruzione terziaria. Tale livello relativamente basso della spesa pubblica per l’istruzione non è riconducibile al basso livello della spesa pubblica in generale, ma al fatto che all’istruzione sia stata attribuita una quota di bilancio esigua rispetto ad altri settori: nel 2013, infatti, l’Italia ha stanziato il 7% della spesa pubblica complessiva per tutti i livelli di istruzione, rispetto a una media OCSE dell’11%”.

Alla luce di quanto detto è possibile che la crisi economica abbia toccato solo il settore dell’istruzione? Perché la stessa crisi economica non ha affettato uno dei settori che attualmente rappresenta il 4,4% del PIL nazionale?

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Filed Under: Gioco Azzardo, Report Gaming

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